3. Massime

 

1. Nel dissenso sii come un cammello ancor giovane che non ha dorso da montare, né mammella da mungere.

2. Disprezza sé stesso chi coltiva in sé l’avidità, si compiace d’abiezione chi svela le sue afflizioni, offende sé stesso chi si fa comandare dalla sua lingua.

3. L'avarizia è vergogna, la codardia deficienza, la povertà impedisce al perspicace di validare le sue ragioni e il destituto è un espatriato persino nella propria città.

4. L'incapacità è un fastidio, la pazienza coraggio, il distacco un tesoro, lo scrupolo uno scudo, e che bella compagnia si ha con il compiacimento!

5. La sapienza è un'onorevole eredità, la buona condotta sono dei nuovi vestiti e il pensiero è uno specchio nitido.

6. “Il petto della persona intelligente è lo scrigno dei suoi segreti, l’allegria è la corda dell’affetto e la sopportazione è la tomba dei difetti”. E si narra inoltre che ‘Ali ebbe a dire riguardo a ciò: “Chiedere è la copertura dei difetti e chi si compiace di sé stesso attira molte persone che si adireranno con lui”.

7. La carità è una medicina vincente e le azioni che i servi compiono in questa vita saranno sotto i loro occhi in quella oltremondana.

8. Stupitevi di questo uomo: vede con un pezzo di grasso, parla con un pezzo di carne e respira da un buco.

9. Quando il mondo viene incontro a qualcuno gli presta meriti di altri,e quando gli volta le spalle lo priva dei meriti suoi.

10. Frequentate le genti in modo tale che se moriate piangano per voi e se vivete siano a voi inclini.

11. Quando hai la meglio sul tuo nemico, perdonalo in segno di gratitudine per averlo vinto.

12. La più impotente delle genti è chi non sa trovare amici ma ancor più impotente è chi lo perde dopo averlo trovato.

13. Quando vi giungono i preludi dei doni, non allontanatene da voi il seguito con il ringraziar poco.

14. A chi viene dimenticato dal suo vicino giunge colui che gli è lontano.

15. Non si può biasimare ogni persona colpita dal dissenso.

16. Gli affari stanno talmente ai destini che a volte la gestione ne causa la morte.

17. Fu chiesto ad ‘Ali di spiegare il seguente detto dell’Apostolo di Allah: “Ringiovanite e non assomigliate agli ebrei”. Disse: “Il Nunzio lo disse quando i musulmani erano una minoranza ma adesso sono aumentati superando gli altri quindi ognuno agisca come preferisce”.

18. E disse riguardo a coloro che s’astennero di combattere al suo fianco: “Hanno trascurato la verità e non hanno aiutato la falsità”.

19. Chi corre tra le briglie dei propri desideri si imbatte nella sua fine.

20. Considerate con indulgenza le cadute della brava gente poiché nessuno di loro cade senza che la mano di Allah sia nella loro per rialzarli.

21. La paura è accostata al fallimento, il pudore alla privazione e un’occasione passa come su fosse una nuvola. Cogliete dunque le buone occasioni!

22. Noi abbiamo dei diritti. Se ci sono riconosciuti bene, altrimenti cavalchiamo la parte anche se il viaggio notturno può essere lungo.

Dice Sharif al-Radi: “Si tratta di un discorso sottile e eloquente. Significa che se non facciamo il nostro dovere caschiamo nell’abiezione. Questo perché la parte anteriore del cammello era riservata agli allo schiavo, al prigioniero e a persone simili”.

23. Chi l’ha rallentato dal suo agire, non l’accelererà il suo lignaggio.

24. Si libera da grande peccato chi aiuta l’affranto e sostiene la persona in difficoltà.

25. O figlio di Adamo! Quando ti accorgi che Allah ti concede i Suoi doni mentre Gli disubbidisci, temilo!

26. Nessuno cela nulla senza manifestarlo con parole involontarie e espressioni del viso.

27. Conciliati con la tua malattia finché si concilia con te.

28. Il miglior distacco e saper celare il proprio distacco.

29. Quando tu indietreggi e la morte si avvicina, quanto rapido è l’incontro!

30. Attento, attento! Giuro su Allah che ti ha celato i peccati come se t’avesse perdonato!

31. Gli fu chiesto della fede e disse: “La fede ha quattro pilastri: la pazienza, la certezza, la giustizia e la lotta. La pazienza ha quattro aspetti: desiderio, timore, distacco e preparazione alla morte. Chi anela il paradiso ignora le passioni, chi teme il fuoco si astiene dalle azioni proibite, chi si distacca dal mondo affronta con serenità le difficoltà e chi si prepara alla morte si affretta nel compiere buone opere. La certezza ha quattro aspetti: acuta percezione, uso della saggezza, far tesoro delle lezioni ricevute e seguire la tradizione degli antichi. Chi è di acuta percezione manifesta la saggezza, chi manifesta la saggezza conosce la propria lezione, e chi conosce la propria lezione agisce come gli antichi. La giustizia ha quattro aspetti: perspicacia, profonda comprensione capacità di decisione e sicura indulgenza. Chi è perspicace acquista profonda comprensione, chi è profondo nella comprensione è capace di decidere rettamente e chi è indulgente non viene a meno del suo dovere e sa vivere tra la gente. La lotta ha quattro aspetti: ingiungere al bene, interdire al male, rimaner saldi lungo la via e aborrire i trasgressori. Chi ingiunge al bene rafforza i ranghi dei credenti, chi interdice al male sfregia il naso dei miscredenti, chi rimane saldo lungo la via quel che gli spetta e chi aborrisce i trasgressori e si adira per Allah, ebbene Allah si adirerà per lui il Dì della Resurrezione e di lui si compiacerà. La negazione ha quattro pilastri: desiderio smodato, contrasto, deviazione e scisma. Chi è succube di smodato desiderio non agisce con giustizia così come non vi agiscono gli ignoranti che alimentano il contrasto tra loro, chi devia muta il bene in male e il male in bene intossicandosi d’errore, complicandosi il percorso lungo le vie, aggravando il proprio affare e restringendosi la via d’uscita. Il dubbio ha pure quattro aspetti: irragionevolezza, fobia, esitazione e servilismo. Chi acconsente all’irragionevolezza non vedrà l’alba dopo la notte, chi vive in preda alla fobia è come se camminasse girato sui tacchi, chi esita nel dubbio affonda nelle grinfie di Satana e chi si asserve per rovinare questo mondo e l’Avvenire rovinerà il suo compenso in entrambi.

32. Chi fa del bene è migliore del bene stesso e chi fa del male è peggiore del male stesso.

33. Sii generoso e non essere prodigo, e sii parco e non essere avaro.

34. La più nobile ricchezza è l’abbandono del desiderio.

35. Chi si affretta a rivelare alle genti le cose che detestano, le farà dire cose che non sanno.

36. Chi prolunga l’ambizione guasta l’azione.

37. Quando i capi tribali degli Anbar lo incontrarono sulla via della Siria sorpassandolo e correndo davanti a lui disse: “Cosa è quello che state facendo?”. Dissero: “E’ quello che facciamo per rispettare i nostri capi”. Disse: “Così facendo vi stancate per questo mondo e ottenete ignominia nell’altro. Qual peggiore stanchezza di quella che sfocia nel castigo e qual bel guadagno laddove c’è riparo dal fuoco!”.

38. Disse a suo figlio Hasan: “Figliuol mio, impara da me quattro cose, più altre quattro, e nulla dovrai temere: la più grande ricchezza è l’intelligenza, la più grande sciagura è la stoltezza, il più selvaggio sopruso è la vanità e la più nobile dote son le buone maniere. Figliuol mio, bada allo stolto poiché quando vuole aiutarti ti danneggia, e bada all’avaro poiché si defilerà nel momento di maggior bisogno, e bada al trasgressore poiché ti svenderà per niente, e bada al mendace poiché è come un miraggio: ti avvicina a ciò che è lontano ma ti allontana da quel che è vicino”.

39. Gli atti supererogatori non avvicinano a Allah quando nuocciono agli atti obbligatori.

40. La lingua dell’intelligente è dietro al suo cuore mentre il cuore dello stolto è dietro la sua lingua.

Dice Sharif al-Radi: “Si tratta di concetti nobili e mirabili in base ai quali la persona intelligente non parla senza prima essersi consultato ed aver riflettuto mentre allo stolto le parole gli sfuggono di bocca e precedono il ricorso al pensiero e la riflessione. Perciò è come se la lingua dell’intelligente seguisse il suo cuore e il cuore dello stolto seguisse la sua lingua”.

41. Si narra lo stesso concetto espresso con parole diverse quando dice: “Il cuore dello stolto è nella sua bocca mentre la lingua dell’intelligente è nel suo cuore”.

42. Disse ad alcuni suoi compagni affetti da malattia: “Allah vi tolga i peccati in questa vostra situazione. Non c’è ricompensa nella malattia ma essa cancella i peccati facendoli cadere come fogliame. La ricompensa risiede piuttosto nella lingua e nell’azione delle mani e dei piedi. Allah ammette in paradiso i servi che Lui vuole tra chi è sincero nelle intenzioni e probo nel carattere”.

Dice Sharif al-Radi: “E’ vero che non ci sia compenso nella malattia poiché essa rientra a far parte degli atti di Allah nei confronti del Suo servo come appunto dolori, malattie e cose simili; il compenso giunge invece attraverso le azioni del servo. Vi è differenza tra le due cose ch’egli spiega con acuta conoscenza e corretta visione”.

43. Disse ricordando Khabbab Ibn al-Aratt: “Dio abbia misericordia di Khabbab Ibn al-Aratt: accettò l’Islam desideroso, emigrò ubbidiente, s’accontentò del sufficiente, fu soddisfatto di Dio e visse combattendo”.

44. Beato chi ricorda la resurrezione, agisce per il resoconto, s’accontenta del sufficiente ed è soddisfatto di Allah.

45. Se colpissi il naso del credente con questa mia spada affinché mi odi, non mi odierebbe e se riversassi i beni del mondo sull’ipocrita affinché mi ami , non mi amerebbe, e ciò perché fu decretato dalla lingua del Profeta illetterato: “O Ali! Non ti odia il credente e non ti ama l’ipocrita”.

46. Una cattiva azione che duole è migliore, presso Allah, di una buona azione che inorgoglisce.

47. Il valore dell’uomo dipende da quello dei suoi propositi, la sua sincerità dal valore della sua fermezza, il suo coraggio dal valore della sua astinenza e la sua castità dal valore del suo senso di stima.

48. La vittoria si raggiunge con la ferma volontà, la volontà è ferma quando la mente è salda e la mente è salda quando riesce a mantenere i segreti.

49. Guardatevi dall’impeto del nobile quando è affamato e del vile quando è sazio.

50. I cuori degli uomini sono come animali selvaggi: chi li addomestica li avvicina a sé.

51. Il tuo difetto è celato finché la tua parte t’arride.

52. I più degni a perdonare sono i più capaci a punire.

53. La generosità è donare con spontaneità mentre quel che viene preceduto da richiesta è vergogna e fuga dal biasimo.

54. Non vi è ricchezza pari all’intelligenza, nessuna povertà pari all’ignoranza, nessuna eredità pari alla disciplina e nessun sostegno pari alla consultazione.

55. La pazienza è di due tipi: pazienza di fronte a ciò che ti affligge e pazienza derivante dalla lontananza di ciò che ami.

56. La ricchezza in terra straniera è patria e la povertà in patria è terra straniera.

57. La soddisfazione è un bene che mai svanisce.

Dice Sharif al-Radi: “Queste parole sono state narrata anche dal Nunzio, su di lui la pace e sulla sua famiglia”.

58. I beni sono la fonte delle passioni.

59. Chi ti mette in guardia dai pericoli è come chi di dà lieta novella.

60. La lingua è una belva, se la lasci libera morde.

61. La donna è come uno scorpione il cui morso è dolce.

62. Quando vieni salutato ricambia con un saluto migliore, e quando ti viene tesa la mano , ricambia con un favore migliore, ma chi agisce per primo ha il merito maggiore.

63. L’intercessore è l’ala di colui che chiede.

64. Le genti del mondo sono come viaggiatori che vengono trasportati in uno stato di sonno.

65. La perdita di amici rende l’uomo estraneo.

66. E’ più facile perdere il necessario che chiederlo alle persone sbagliate.

67. Non vergognarti di dare poco poiché privare è ancor meno.

68. La castità è l’ornamento della povertà, la gratitudine è l’ornamento della ricchezza.

69. Se non trovi ciò che vuoi non preoccuparti, comunque tu sia.

70. Non troverai persone ignoranti che non siano negligenti o esagerate nell’agire.

71. Quando l’intelligenza si realizza, diminuiscono le parole.

72. Il tempo consuma i corpi, rinnova le speranze, avvicina alla morte e allontana le aspirazioni. Chi lo consegue si affanna, e chi lo perde si stanca.

73. Chi si nomina guida della gente, inizi a istruire sé stesso prima di istruire il prossimo, e lo educhi con la disciplina prima di educarlo con la lingua, e chi istruisce e disciplina sé stesso è più degno d’elogio di chi istruisce e disciplina gli altri.

74. I respiri dell’uomo son passi verso il suo termine.

75. Quel che si conta è destinato a perire e quel che è atteso è prossimo a venire

76. Invero quando gli affari si confondono, se ne valuta la fine con l’inizio.

77. Dirar Ibn Hamza al-Dibba’i si recò da Mu’awiya il quale gli chiese dell’Emiro dei Credenti ed egli gli disse: “Testimonio di averlo visto in alcune occasioni quando la notte era calata e lui era in piedi nell’oratorio, tenendosi la barba, agitato come la persona morsa da un serpente e piangente come un afflitto mentre dice: “O mondo! O mondo! Stai lontano da me. Ti offri a me? Mi desideri davvero? Non mi avrai! Lungi da me! Inganna altri, io non ho bisogno di te! Ti ho ripudiato tre volte senza alcuna possibilità di ritorno! La tua durata è breve, la tua importanza è poca e cosa assai vile è ambirti! Ahimé, le provviste son scarse, la via lunga, il viaggio dista, e la meta è ardua da raggiungere!”.

78. Un siriano gli chiese: “La nostra marcia verso la Siria è stata decretata e predestinata da Allah?”. Pronunciò così un lungo discorso del quale abbiamo estratto quanto segue: “Guai a te! Pare che tu abbia ritenuto che si che si tratti di un decreto necessario e di una predestinazione certa. Se così fosse stato la ricompensa di Dio e la Sua punizione sarebbero state vane, e la Sua promessa e la Sua minaccia avrebbero cessato la loro ragione d’esistere. Invero Allah dà ordini ai Suoi servi lasciandoli liberi di scegliere, e li inibisce mettendoli in guardia, e assegna loro doveri facili senza assegnar loro doveri difficili, e dà molto in cambio del poco, nessuno è stato costretto a disubbidirlo, non viene disubbidito a causa della Sua coercizione e non viene ubbidito con la forza, non ha inviato i profeti per gioco e non ha fatto discendere il Libro per i Suoi servi inutilmente, e non ha creato invano i cieli e la terra e ciò che v’è fra essi: “Tale è la congettura di coloro che hanno negato. Guai ai negatori per il fuoco!” (38:27).

79. Prendi la saggezza ovunque essa sia che invero la saggezza a volte si trova nel petto dell’ipocrita agitandosi nel suo petto finché non esce per dimorare dai suoi compagni nel petto del credente.

80. La saggezza è la tesoro perduto del credente. Prendi dunque la saggezza foss’anche da gente ipocrita.

81. Il valore di ogni uomo risiede in quel che può far di bene.

Dice Sharif al-Radi: “Si tratta di un’espressione il cui valore è incommensurabile, che nessuna perla di saggezza può misurare, incomparabile a nessun’altra espressione”.

82. Vi consiglio cinque cose che se colpiste le ascelle di un cammello per conseguirle sarebbe cosa degna: nessuno di voi speri in alcunché all’infuori del proprio Signore, nessuno di voi temi niente all’infuori dei propri peccati, nessuno di voi a cui viene chiesto qualcosa che non sa si vergogni di dire ‘non lo so’, nessuno di voi quando non sa qualcosa si vergogni d’impararla, e abbiate pazienza ché invero la pazienza fa parte della fede così come la testa fa parte del corpo. Non v’è bene in un corpo senza testa alcuna, quindi non v’è bene nella fede senza pazienza alcuna.

83. E disse ad un uomo che esagerò nel lodarlo: “Sono al di sotto di ciò che dici ma al di sopra di ciò che v’è in te”.

84. I sopravvissuti alla spada sono più durevoli come numero ed hanno abbondante progenie.

85. Chi abbandona la frase ‘non so’ va incontro alla propria disfatta.

86. “L’opinione dell’anziano mi è più cara del coraggio del giovane”. E si narra anche: “del martirio del giovane”.

87. Mi stupisco nel vedere un uomo disperarsi mentre v’è con lui la possibilità del perdono.

88. Abu Ja’far Muhammad Ibn Ali al-Baqir raccontò che Ali disse: “In terra vi sono due ripari dal castigo di Allah, uno dei quali è andato, prendete dunque l’altro ed aggrappatevi ad esso. Quanto al riparo che è andato, si tratta dell'Apostolo di Allah, il riparo rimasto invece è la richiesta del perdono. Allah afferma:- Allah non li castigherà finché tu starai in mezzo a loro, Allah non li castigherà finché chiederanno perdono- (8:33)”.

Dice Sharif al-Radi: “Si tratta di una delle più belle modalità di dedurre i significati e di sottigliezze d’interpretazione”.

89. Chi mantiene una buona condotta in quel che v’è tra lui e Allah, questi gli sistemerà gli affari che corrono tra lui e le genti. E chi mantiene una buona condotta in quel che concerne gli affari dell’Avvenire, Allah gli condurrà gli affari di questo mondo. E a chi è il consigliere di sé stesso, Allah gli assegnerà un protettore.

90. Il perfetto luminare è colui che non fa disperare la gente dalla misericordia di Allah, non li fa disperare della grazia di Allah e non li rassicura contro la punizione di Allah.

91. Invero questi cuori si stancano come si stancano i corpi, cercate dunque per essi piacevoli sentenze.

92. La più bassa conoscenza è quella che resta sulla lingua e la più alta è quella che si manifesta negli arti e nelle membra.

93. Nessuno di voi dica "O Allah! Mi rifugio in Te dal dissenso" poiché non v'é alcuno che non abbia a far fronte al dissenso.  Piuttosto chi cerca rifugio, lo faccia dalle guide dei dissensi. Invero Allah ha detto: "Sappiate che i vostri beni e i vostri figli portano dissenso" (8:28). Ciò significa che Allah vi prova con beni e figli per stabilire chi è scontento del suo sostentamento e soddisfatto della sua parte.  Allah li conosce meglio di loro stessi ma lo fa per manifestare le azioni che apportano ricompensa e castigo visto che alcuni preferiscono i maschi alle femmine e altri la ricchezza all'austerità. 

Dice Sharif al-Radi: "Si tratta di una ben distinta interpretazione proveniente da lui".

94. Gli fu chiesto riguardo al bene. Disse: "Il bene non consiste nell'avere molta ricchezza e molti figli ma nell'avere molta conoscenza. grande indulgenza, gareggiando con le genti nell'adorare il tuo Signore, lodando Allah quando si compie una buona azione, chiedere il Suo perdono quando si compie una cattiva azione. Non v'é bene nel mondo se non per due persone: un peccatore che vuole emendarsi col pentimento e un uomo che si affretta nel compiere buone azioni".

[continua...]