07. Muhammad Apostolo di Allah

 

In nome d'Allah, il Misericorde, il Misericordioso

 

INTRODUZIONE

L'uomo è stato dotato di vista, udito e pensiero ed è capace di distinguere il bene dal male. Tali facoltà gli sono state donate onde far sì ch'egli possa raggiungere un obiettivo celeste, superiore a quello effimero mondano, così che possa trascendere i più bassi istinti che lo limiterebbero ad una vita inutile o fittizia. Inoltre Allah ha inviato dei profeti al fine di guidare l'umanità verso la felicità eterna e cercando di distogliere l'uomo dalla falsità e dall'errore. Abramo fu uno di questi profeti il quale, assieme a suo figlio Ismaele, ricostruì il Santuario di Mecca, il centro del mondo spirituale nella nostra dimensione terrena. Fu così che Abramo diventò Imam per le genti: "E Abramo, quando lo provò il suo Signore con parole ed egli le eseguì, disse:- Farò di te un Imam per le genti-" (2:124). Dopo che Abramo terminò la costruzione della Santa Ka'ba con Ismaele, chiese a Allah di mandare un apostolo dalla discendenza di suo figlio. Allah accettò la preghiera di Abramo inviando Muhammad come ultimo profeta e apostolo per l'umanità, e come misericordia per i mondi. 

Cercheremo nelle righe seguono di descrivere in succinta guisa la vita di questo nobile uomo, ricettacolo dell'ultima rivelazione di Allah, il sacro Corano, nonché impeccabile trasmettitore di essa. Il sacro Corano venne rivelato durante un periodo di ventitre anni  e, a differenza delle altre scritture rivelate, è oggi stato preservato nella sua lingua e versione originale. La vita del nobile profeta  è dedotta dal Corano, dalle narrazioni a lui risalenti e dai libri di storia. E' comunque importante accertarsi dall'autenticità delle fonti ed accettare la veridicità dei fatti senza l'intromissione di fantasie e esagerazioni; è infatti risaputo che alcune delle informazioni giunteci sul conto dell'ultimo profeta non siano corrette e che alcuni storici, onde impressionare le genti, attinsero da fonti apocrife. Ne conseguì che anche alcune trasmissioni sulla storia del profeta Muhammad non siano state esente da alterazioni inclusive di superstizioni e storie fabbricate.

Il profeta Muhammad era un uomo come gli altri, nato e cresciuto in circostanze ordinarie, senza premonizioni soprannaturali che lo avessero contraddistinto sin dalla nascita; se così fosse stato, i suoi avversari politeisti avrebbero almeno esitato a chiedere ulteriori segni atti a dimostrare la sua profezia dopo l'avvento della Rivelazione. Piuttosto egli ebbe una vita semplice e onesta al punto tale che venne soprannominato al-Sadiq (il veritiero) e al-Amin (degno di fiducia) a causa della sua veridicità e rettitudine. Quando giunse la Rivelazione da parte di Allah che lo scelse come Suo profeta e apostolo, sottostò ad un lungo periodo di difficoltà; venne calunniato a maltrattato dalla sua stessa gente sopportando insulti e umiliazioni di vario tipo. I suoi seguaci vennero torturati e uccisi ma egli non abbandonò mai la sua missione. La sua fede in Allah fu talmente grande che non solo non venne a meno della sua determinazione e mai si arrese, ma non negò mai la benevolenza di Allah e sempre sperò in Lui fino alla conquista di Mecca.

Tra le ardue esperienze del profeta vi fu l'aggressione della gente di Ta'if, una contrada non troppo distante da Mecca, laddove, durante una sua predicazione, venne violentemente colpito a sangue. Si narra che in tale occasione Allah inviò un angelo chiedendo al profeta se volesse annientare quella gente dal cuore indurito, al ché il profeta rifiutò, alzò le mani al cielo e chiese a Allah di guidarla al bene e alla verità. Quando poi i musulmani marciarono infine verso Mecca, i politeisti non ebbero più via di scampo e il Nobile Profeta avrebbe potuto vendicarsi di tutte le loro malefatte ma si rifiutò di farlo e decise di perdonare i suoi nemici, senza umiliazione ma onorandoli conferendogli la possibilità di vivere una nuova vita dignitosa.

Il Nobile Profeta era ben conscio dei limiti delle vane cose di questo mondo e quindi non impiegò mai energie per ottenerle ma anzi si focalizzò sempre su ciò che è eterno, duraturo e mai svanisce. Terminata la sua missione, lasciò ai suoi seguaci e discepoli una diritta via da seguire; chiese ai suoi compagni di incamminarsi sempre in essa e di incamminarvisi con sincerità e dedizione essendo portatori di luce in ogni angolo dell'oscura terra.

E' importante dunque per ogni musulmano, ed anzi per ogni uomo, conoscere la vita del Nobile Profeta, cercando di apprenderne i punti salienti, dedurli in insegnamenti per poi metterli in pratica e insegnarli agli altri. Nella sua vita vengono testimoniate decisioni prese in momenti di estrema difficoltà, bontà donata gratuitamente nell'affrontar il male, fede e coraggio mai venuti a meno nei momenti più ardui, e soprattutto la costante grazia di Allah che sempre interagito con la Sua gente rendendola così partecipe della più grande e intensa esperienza spirituale che possa esser mai vissuta.   

LA PENISOLA ARABA

La penisola araba è un'area desertica  circondata dal Mar Rosso a occidente, dal Golfo arabo-persiano a oriente, dall'Oceano Indiano a sud, e da Siria e Iraq a nord. La gran parte delle regioni è soggetta un clima secco all'infuori delle stagioni di pioggia. Prima dell'avvento della Rivelazione, l'Arabia veniva prevalentemente considerata in base a due grandi aree: il settentrione e il meridione. L'Arabia meridionale comprendeva lo Yemen storico, più grande dello Yemen contemporaneo, laddove molti popoli e molte civilizzazioni avevano vissuto. Si trattava di una zona  in cui i popoli avevano costruito dighe e infrastrutture assai sofisticate. Il sacro Corano parla di una di queste civilizzazioni in particolare e di come furono distrutte per volere divino a causa del male compiuto dalle loro genti. L'Arabia settentrionale invece era prevalentemente abitata da nomadi che vagano da un luogo all'altro alla ricerca di pastorizia per il loro bestiame: bevevano latte e mangiavano la carne dei loro animali, e ne utilizzavano pelle e lana per farne tende e vestiario. Non amavano l'agricoltura e le grandi fabbricazioni, e non essendo soggiogati dai grandi imperi del tempo possedevano un elevato senso di libertà e onore. Quanto alle tribù del nord sedentarie, vivevano per lo più nei grandi centri di passaggio e commercio della zona. 

[continua...]