Aborto

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Domanda

Come viene considerato l'aborto nell'Islam?

Risposta

Abortire volontariamente un feto è proibito nell'Islam e viene considerato un grave peccato. Se non ci sono motivazioni ragionevoli e religiosamente valide, si tratta di infanticidio.

2

Domanda

È lecito che una donna gravida in forti condizioni di povertà abortisca per paura della miseria e delle sue difficili condizioni economiche?  

Risposta

No, non è permesso. Il nobile Corano afferma: "Non uccidete i vostri figli per timore della miseria: siamo Noi a provvederli di cibo come provvediamo a voi stessi. Invero ucciderli è un grande peccato" (17:31). Incombe su tutti i musulmani l'onere di aiutare e proteggere le famiglie, i credenti e le credenti, che si trovano nella miseria e soffrono la povertà.

3

Domanda

L'Islam non riconosce la legittimità dell'aborto neanche quando infrange la libertà individuale e il diritto di scelta dell'individuo? 

Risposta

In certi ambienti, quando si parla di aborto si tende ad imbastire il discorso in termini di "diritto alla vita" e "diritto alla scelta". Nell'Islam la scelta individuale non giustifica l'infanticidio ed è dunque alla vita che viene riposta maggiore attenzione. Ci sono casi in cui una madre  sceglie di terminare la propria gravidanza per fare carriera e migliorare la propria vita professionale, continuare a vivere nello sfarzo e nel lusso, perché desiderava un figlio di sesso opposto, perché scopre che il figlio/la figlia sarà disabile, o perché il figlio è nato in modo illegittimo, attraverso fornicazione o adulterio, al di fuori di una sana vita coniugale. Nessuno di questi fattori giustifica l'aborto da un punto di vista islamico, ed in termini più generali nessuna scelta personale deve negare il diritto alla vita donato da Allah alle Sue creature. 

4

Domanda

Quando entra esattamente l'anima nel feto? È permesso abortire prima che ciò avvenga? 

Risposta

Alcuni sapienti della Umma hanno ritenuto che la vita del feto nel grembo della madre inizi dopo il quarantesimo giorno, altri invece hanno affermato che ciò avvenga dopo il quarto mese e cioè dopo il centoventesimo giorno. Per "vita" in questo caso si intende l'entrata dell'anima nel corpo dell'infante. In caso di serie complicazioni da parte della madre, ci sono state divergenze di opinione per quanto concerne la liceità di terminare la gravidanza in base ai tempi appena menzionati. Dato che è scientificamente problematico stabilire se la vita inizi dopo il quarantesimo o centoventesimo giorno, ed è anzi difficile capire quando ciò esattamente avvenga, è bene considerare la presenza di una vita nel grembo non appena la madre riesce a percepirne i primi segni nel corpo (tramite stanchezza insolita, assenza di ciclo mestruale, vomito, nausea, vertigini, eccetera). Ne consegue la liceità di rimedi post-coitali immediati all'atto sessuale e la proibizione di quanto invece possa violare la vita in qualsiasi forma si manifesti, anche nei suoi primi stadi.

5

Domanda

È consentito abortire in caso di stupro?

Risposta

Alla vittima è consentito di prendere immediatamente rimedi contraccettivi post-coitali prima che sia stabilita la gravidanza dal punto di vista religioso. Se però attende troppo e si giunge alla gravidanza, un aborto non è permesso.

6

Domanda

In quale caso è consentito abortire per una donna musulmana?

Risposta

Quando la vita della madre è messa seriamente a rischio e si deve scegliere tra lei ed l'infante, è lecito ricorrere ad un aborto. Alcuni sapienti della Umma hanno ritenuto che ciò sia consentito solo prima che l'anima presenzi nel corpo. Una madre in genere possiede doveri e responsabilità che un infante non ha sia nei confronti di altri che della società; è dunque accettabile che si tenti di salvarla prima dell'infante. Per determinare la gravità della situazione occorre un esperto nel campo medico avente anche una certa sensibilità in materia di fede.